TESTIMONIANZA DI ANNALISA DEL 29.05.2012 Stampa

Quando ho iniziato il mio percorso di volontaria ero davvero molto insicura. Perchè mi chiedevo se io avrei potuto essere la persona giusta. Non riuscivo a credere o forse non ci avevo mai pensato che ci sono davvero tantissime persone sole. E mi sono detta che io avrei potuto fare qualcosa. Io svolgo il mio servizio in ospedale perchè sono certa che proprio lì sarebbe il posto dove in assoluto mi sentirei più sola. Dove la mente viaggia nei suoi labirinti infiniti e dove credo le giornate siano interminabili.

All'inizio?! Un disastro di volontaria! Perchè uno pensa: " Ma si adesso vado là, bella spavalda, un sorriso e un bel COME VA?" Cavolo e invece no. La cosa più sbagliata del mondo! Ma come, un semplice "COME VA?" che tutti ne abbiamo sempre in tasca uno è la peggior domanda da fare ad un degente in ospedale. Panico: può dare effetti collaterali!

Nell'affiancamento con le altre ragazze e negli incontri mensili oltre che a tanti utili consigli ho trovato tanti amici. E questo mi ha permesso di crederci, e trovare il giusto modo di svolgere il mio servizio. Adesso so che la mia presenza, discreta e umile, in punta di piedi, può infastidire chi magari ha appena affrontato un intervento o chi non ha voglia di parlare. Ci sarà sempre qualcuno che quando ti affacci sulla soglia fa finta di dormire o si gira o che ti dice: "No guardi non è il momento". Poi però altre volte ti accorgi che un sorriso può scalfire il marmo più duro. A volte ti senti accolto come un ospite tanto atteso. Come quando a casa si aspetta qualcuno di gradito.


Qualcuno che sei contento di ricevere, con cui parlerai, riderai e passerai momenti di piacevole compagnia.

Persino il cibo dell'ospedale può diventare più buono, saporito e gustoso di quello di un grande ristorante se condiviso con una volontaria che sta lì  accanto, ti versa magari dell'acqua e scambia due parole.

Sto imparando a stare vicino a chi soffre anche nella vita di tutti i giorni.

Sto imparando che il silenzio vale più di mille parole, che tenere la mano a qualcuno può dare conforto e rivelarsi una medicina contro la tristezza.
Sto imparando da tutti qualcosa.

Ho percorso solo pochi chilometri di corsia, ma so che alla fine di ogni viaggio settimanale porterò sempre a casa preziosi souvenir.